Renzo Piano, architetto italiano di fama mondiale, ha progettato il palazzo del Parlamento, dando un volto nuovo all’ingresso di Valletta.

A Valletta mi piace sempre arrivare al mattino presto, non ci sono ancora le frotte di turisti che a tarda mattina si affrettano a scoprire questa magnifica città fortezza costruita quasi interamente nel ‘600. Si può trovare degli scorci particolari per portare a casa una bella foto o un’emozione.

Ero già passato davanti al manifesto che promuove questa interessante esposizione in centro, ma non avevo tempo. Ora sono qui, è domenica e mezzoretta posso dedicargliela. L’ingresso del Parlamento al pianoterra è tutto vetrato, ci sono i controlli di sicurezza, un po’ come all’aeroporto, solo una formalità ed eccomi all’interno della mostra, gratuita tra l’altro!

In esposizione su alcuni tavoli vetrati ci sono un sacco di modellini in legno che ripercorrono le diverse fasi del progetto, dal ponte sulla piazza, al palazzo del Parlamento ed al teatro dell’Opera all’aperto. Per me è particolarmente interessante scoprire la storia del progetto raccontata su alcuni pannelli, particolari inaspettati e dettagli interessanti.

La storia del progetto parte già nel lontano 1986 quando l’architetto italiano viene a Malta grazie ad un progetto per il recupero dell’ingresso della città promosso dall’Unesco, progetto che però all’epoca si arena. Nel 2008 ritorna nuovamente con Bernard Plattern ed Antonio Belvedere (che proprio durante l’esecuzione del progetto entrerà a far parte del team di Piano) per dare vita al rifacimento globale dell’ingresso di Valletta.

Passando tra i tavoli è stupefacente scoprire che le pietre utilizzate per il rivestimento delle facciate del Parlamento sono state tagliate da una cava aperta a Gozo unicamente per questo progetto, Piano non voleva utilizzare la pietra più tenera e largamente diffusa a Malta (sandstone), e nel contempo non voleva usare un materiale proveniente dall’estero. Se 6000 anni fa facevano i templi di Hagar Qim con l’hard stone possiamo farlo anche noi oggi, è stato il suo pensiero (mi viene da sorridere a pensando alla faccia che hanno fatto i committenti a seguito di questa richiesta). Tecnicamente entusiasmante il fatto che l’intaglio delle pietre di facciata è tale da consentire una corretta diffusione della luce all’interno mantenendo nel contempo la giusta ombreggiatura.

All’interno della mostra si passa un tavolo all’altro stupendosi per la bellezza dei modelli e quella degli schizzi tracciati a mano direttamente dall’architetto. Si scopre così che le grandi lame d’acciaio sono posizionate per dare una separazione netta alla parte vecchia dei bastioni da quella nuova, i dettagli delle pendenze, i passaggi da una proposta all’altra.

Un grande progetto bene illustrato in una mostra da visitare a Valletta. Poi, usciti dalla mostra, si apprezza ancora di più ciò che è stato realizzato, proprio qui.

Renzo Piano, Valletta ed il city gate ultima modifica: 2015-09-30T16:37:02+02:00 da Redazione

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