Assumere vitamina D potrebbe aiutarci a ridurre i rischi di contrarre il Coronavirus? Sul web e sui social circola questa notizia. Ma quanto può essere considerata vera? Indaghiamo nel nostro articolo.

Vitamina D e Coronavirus: lo studio italiano

La correlazione tra Vitamina D e Coronavirus è stata scoperta attraverso un’analisi condotta da due docenti dell’Università di Torino, Giancarlo Isaia e Enzo Medico. Nello studio si legge che, sulla base di numerose evidenze scientifiche, il “raggiungimento di adeguati livelli plasmatici di vitamina D possa determinare una maggiore resistenza all’infezione Covid-19 che, sebbene con una minore evidenza scientifica, può essere considerata verosimile”.  Dunque, permetterebbe di ridurre i rischi di contrarre non solo il Coronavirus, ma anche numerose patologie croniche capaci di ridurre le aspettative di vita specie tra gli anziani. Va ribadito che si tratta di uno studio che non è stato pubblicato su una rivista scientifica.

Vitamina D e Coronavirus:  la ricerca inglese

Il legame tra vitamina D e Coronavirus è tornato di nuovo alla ribalta in una ricerca inglese. Gli scienziati del Queen Elizabeth Hospital Foundation Trust e dell’Università dell’East Anglia hanno analizzato i livelli medi di vitamina D in 20 paesi europei, e i dati relativi al tasso di mortalità da Covid-19. Sono giunti alla conclusione che, laddove vi siano livelli di vitamina D gravemente bassi tra gli anziani, maggiori sono i tassi di mortalità da Coronavirus. Secondo gli studiosi inglesi essa ha, di conseguenza, un ruolo protettivo.

Non solo contro il Coronavirus. Quali funzioni svolge e dove trovarla?

Sono diverse le funzioni che essa riveste. Innanzitutto, permette l’assorbimento del calcio in sede intestinale. Altro aspetto importante: fissa il calcio nelle ossa. Si tratta di una funzione di grande rilevanza perché permette di prevenire il rachitismo tra i bambini e l’osteoporosi tra gli anziani. Inoltre, nella sua forma attivata, agisce come un ormone esercitando una azione modulante nei confronti di infiammazioni e del sistema immunitario stesso. Infine, pare che sia in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo del cancro. Una sua carenza pare invece essere associata a diverse malattie, quali infarto e Alzheimer.

Vitamina D - sole
Per ricaricarsi, basta esporsi al sole almeno trenta minuti

La cosa più semplice da fare per ricaricarsi di Vitamina D è quella di esporsi al sole. Ne basta anche mezz’ora al giorno, specie se si è anziani. Questi ultimi, infatti, ne producono in quantità inferiore rispetto a un soggetto giovane. A livello alimentare, l’olio di fegato di merluzzo ne è ricchissimo. Altri prodotti in cui essa è contenuta sono: tonno; salmone; trota; uova; funghi secchi.

Il Ministero della Salute italiano sui dosaggi da assumere

La Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza Degli Alimenti e la Nutrizione ha rilasciato una tabella, aggiornata ad aprile dello scorso anno. Questa contiene gli apporti giornalieri di vitamine e minerali ammessi negli integratori alimentari. Per quanto riguarda la Vitamina D presente negli integratori, si consiglia un apporto massimo giornaliero di 50 microgrammi. Qualora non venga inserita insieme ad altre vitamine e minerali e quindi si assume ‘pura’, allora l’apporto massimo consigliato negli adulti si abbassa; la quantità indicata è tra i 10 ed i 25 microgrammi al giorno.

La vitamina D efficace contro il contagio da Coronavirus? ultima modifica: 2020-05-20T09:24:35+02:00 da Cristina Scevola

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