Tal-Fawwara è un luogo pittoresco, ricco di bellezze naturali, ubicato tra i villaggi di Siġġiewi, Rabat e Dingli. Il suo nome deriva da un’antica sorgente, conosciuta per l’abbondanza delle sue acque correnti. La frazione ospita due cappelle dedicate rispettivamente alla Madonna dell’Annunciazione e alla Madonna del Monte Carmelo.
Le leggende
Tal-Fawwara è nota per le sue leggende, trovate negli scritti di padre Francis Cilia. Alcune di queste, risalenti al XIII secolo, raccontano di orrendi delitti compiuti ai danni di uomini e donne, da parte degli arabi. Tuttavia, la storia più affascinante rimane quella legata alla sorgente e alla cappella che fu eretta sopra di essa.
Luogo di culto
Tal-Fawwara custodisce la cappella Madonna del Monte Carmelo realizzata sulla sorgente che prende il nome dal villaggio. Questo luogo di culto fu fatto costruire per devozione da Glorma Ciantar. Una leggenda narra che nel XVII secolo la siccità colpì il villaggio prosciugando tutte le riserve d’acqua sorgiva. Glorma, che nella zona possedeva molti campi, promise alla Vergine Maria che se fosse tornata l’acqua alla sorgente, avrebbe fatto erigere una chiesetta a lei dedicata, proprio in uno dei suoi campi. La Madonna ascoltò la sua preghiera e fece sgorgare acqua in abbondanza, tanto che tutti gli agricoltori ne trassero vantaggio. Il 5 marzo 1616, Glorma andò dal notaio Pietro Paolo Vincella e gli consegnò i soldi necessari per far costruire la cappella. Inoltre, volle lasciare altro denaro da donare alle giovani donne della famiglia Ciantar che si fossero sposate in un giorno particolare. Glorma affidò la cappella alle cure della Confraternita di Nostra Signora della Carità, allestita nella chiesa del Relitto di San Paolo a La Valletta, che la fece ricostruire nel 1669.
Come si presenta oggi la cappella
Chi va a Tal-Fawwara non può mancare di fare una sosta alla cappella. Restaurata nel 1756, essa ha oggi una forma quadrata ed è sovrastata da una cupola senza guglia, con accanto un piccolo campanile. Attigua alla chiesetta c’è una piccola casa, il cui livello inferiore è adibito a sacrestia. Sul portale figurano due stemmi: il primo, appartenente alla Confraternita di Nostra Signora della Carità; il secondo appartenente alla famiglia Ciantar. Più in alto, una finestra illumina l’interno, dove lo sguardo cade sull’altare maggiore, realizzato in pietra, legno e tela, recante un bellissimo stemma del Nome di Maria circondato da gigli.
Il dipinto del 1674
Sull’altare si può ammirare un meraviglioso dipinto, realizzato nel 1674 da un artista sconosciuto. Questo raffigura la Madonna del Monte Carmelo con in braccio il Bambino Gesù, entrambi con in mano uno scapolare. Sotto di loro sono rappresentati San Girolamo e Santa Caterina d’Alessandria, che guardano in alto. Una bella statua lignea della Madonna del Carmine è invece posta a sinistra dell’altare, in una piccola nicchia. Il simulacro, che risale alla metà del XX secolo, fu scolpito a Bolzano, in Italia.
Il paesaggio
Sul sagrato della cappella lo sguardo può spaziare sui campi e sul mare, dove è visibile l’isolotto di Filfla. Tutt’intorno, infatti, la natura è predominante e i suoi meravigliosi colori lasciano chiunque estasiato. Tra gli alberi, i prati e l’immenso orizzonte che si presenta davanti, il visitatore può godersi il meraviglioso panorama e il senso di pace che esso infonde.
(Foto di Ermanna Maccarelli)