Neil Agius è la leggenda del nuoto maltese che ha compiuto in mare delle imprese straordinarie. La “storia” di Neil, specializzato nello stile libero sulla lunga distanza, inizia nel 2018 quando l’atleta riesce a completare la Wave Of Change, una sfida che ha visto diversi nuotatori gareggiare lungo il perimetro delle Isole maltesi. Neil fu l’unico nuotatore a vincere la sfida, nuotando per 70 km in poco meno di 22 ore.

Wave of Change

La campagna Wave Of Change, iniziata come una sfida tra amici per la raccolta dei rifiuti e per la sensibilizzazione sull’ambiente, è diventata rapidamente un evento nazionale. In poco tempo Neil viene sostenuto da varie aziende, attivisti, politici e, naturalmente, dall’intera popolazione maltese.

Neil Agius che nuota in piscina

Nel 2019 Neil lancia un’altra sfida, ancora più difficile: nuotare da Malta alla Sicilia. Detto fatto. Il 25 giugno del 2020 parte da Punta Braccetto (in provincia di Ragusa) alle 05.15 del mattino e arriva la mattina seguente a Malta, precisamente al St. Julian’s Waterpolo & Aquatic Club alle 09:22, sette ore prima di quanto ipotizzato. Questo lo porta, a pieno titolo, tra le leggende del nuoto maltese: Neil infatti batte il record di Nicky Farrugia, che nel 1985 aveva percorso gli 85 km che separano Punta Secca da Gozo in 30 ore e 17 minuti.

La prossima sfida di Neil Agius

Ma Neil Agius non si ferma ed è pronto per la prossima sfida: nuotare dalla Tunisia alla Sicilia – ben 153 chilometri – nelle prossime settimane, tra il 26 giugno e il 7 luglio, meteo permettendo. Neil partirà dal piccolo villaggio di El Haouaria a Cap Bon e toccherà la costa siciliana di Kartibubbo, in provincia di Trapani. Umile, determinato e sicuramente impegnatissimo con gli allenamenti, Neil Agius trova il tempo per dedicarci un’intervista esclusiva, raccontandoci di sé e della preparazione fisica e mentale della sua prossima impresa.

Neil Agius e la sua campagna Wave of Change
credit foto pagina facebook Neil Agius

L’intervista

Buongiorno Neil. Innanzitutto grazie della disponibilità e benvenuto da parte della comunità di Malta.italiani.it. Come sei arrivato all’idea di Wave of Change? Ti sei ispirato a qualcuno?

« Mi ha ispirato il mare. É il mare che mi dice di nuotare e di sfidare me stesso. Voglio capire quanto lontano possa arrivare un essere umano e quanto lontano si possa spingere una mente umana a compiere imprese che a primo acchito sembrino impossibili. Ma voglio anche fare arrivare a tutti il mio messaggio sull’importanza dell’ambiente. Dobbiamo svegliarci prima che sia troppo tardi. Dobbiamo capire cosa stiamo consumando, come lo stiamo buttando, dobbiamo essere più consapevoli di come stiamo trattando il nostro pianeta. Siamo in tanti sulla Terra e il risultato è che la stiamo colpendo, le stiamo facendo del male. Dobbiamo prendercene cura, dobbiamo farlo per le generazioni future. »

Come ti prepari? Ti sottoponi anche ad un tipo di allenamento “mentale”?

« Per quanto riguarda il corpo, hai bisogno di allenarti tanto. Per questo tipo di sfide sarà sempre dura, qualsiasi tipo di allenamento farai. Anche la preparazione mentale non finisce mai. Quando inizi ad entrare in un “buco nero” non ci sarà mai una fine, spero che questo esempio renda l’idea. Quindi faccio molta meditazione, assolutamente sì. »

Dove pratichi la meditazione? A casa? Vicino al mare?

« Medito mentre nuoto, ma anche a casa. Mentre medito a casa cerco anche di includere della musica, musica sicuramente spirituale, non quella che si sente alla radio. Quando nuoto, specialmente nelle ore notturne, quando l’acqua è praticamente nera e mi trovo in difficoltà, chi mi segue mette questa musica e vedo di nuovo la luce in fondo a quel nero tunnel che è il mare»

Chi ti segue durante la traversata?

« Ho una squadra composta da ventiquattro persone. Loro fanno praticamente tutto quello che c’è da fare mentre io nuoto. Perchè io devo “soltanto” nuotare. Una bracciata dopo l’altra e nient’altro. Nel mio team ci sono tre dottori perchè se succede qualcosa e ho bisogno di essere operato, loro possono procedere all’intervento. Per la prossima sfida, la distanza media tra il punto di partenza e quello di arrivo, è di 75 chilometri, che significa almeno due ore con la barca, andando veloce. Ho bisogno quindi di persone che possano fornirmi assistenza medica fino a quando non si arriva alla terraferma. Poi ci sono gli “osservatori”, le persone che mi osservano, che controllano che io stia seguendo le regole, che non tocchi la barca, che non stia imbrogliando. C’è una piccola barca che mi segue, che mi sta proprio accanto, e su quella barca c’è un “motivatore” che si accerta che io sia vigile e lucido e poi c’è la persona che mi nutre, che mi passa il cibo.»

Come ti alimenti durante la traversata?

« Mi lanciano letteralmente il cibo in acqua. Lo mangio e continuo a nuotare. »

Di solito che tipo di alimentazione segui? Ti attieni ad una dieta specifica? Eviti particolari alimenti?

« Al momento sto cercando di prendere peso. Stavo diventando troppo magro e percepivo maggiormente il freddo in acqua. Il giusto grasso nel mio corpo mi aiuterà a proteggere gli organi e in generale il mio corpo. Ma a parte questo la mia dieta si basa sul mangiare quello che voglio, anche se evito i pastizzi. (ride ndr) »

Da ciò che hai raccontato è chiaro che tutte le tue imprese, le passate e soprattutto quella future, sono straordinarie, impensabili e fuori dal comune. Lo fai esclusivamente per sensibilizzare la persone sulla salvaguardia dell’ambiente o sei una persona a cui piacciono le sfide?

« Ammetto che si tratti di un forte amore per entrambe le cose. Amo il mare tanto quanto amo sfidare me stesso. Quando passi tutte queste ore nuotando, sicuramente consolidi un rapporto particolare con il mare. Quando nuoto sento l’energia dell’oceano, la sento proprio dentro di me. A questo proposito voglio raccontarti un aneddoto. La prima volta che ho nuotato di notte – mi stavo allenando – era il 2018. C’era una calma profonda, ero circondato dalla pace e dalla tranquillità. Improvvisamente una busta di plastica mi ha letteralmente investito ed allora ho capito. Era il mare che mi stava parlando. Mi diceva: Neil, devi essere la mia voce, io sto lottando, sto soffrendo. Ci sono troppe persone a cui non importa del mare quindi è fondamentale che io dimostri quanto il mare sia importante per il nostro futuro e per il nostro corpo. Il mare ci dà davvero tanto. Metà dei nostri respiri viene dal mare. Se il mare è inquinato, cosa succede alla nostra salute? »

Non hai paura quando sei in mezzo al mare, circordato dal nulla?

« Si, ho paura. Ma allo stesso tempo mi sento protetto. Quando nuoto “sento” la presenza del mare. Penso che il mare mi protegga, credo che non mi farebbe mai del male perchè io sono lì per lui, per diffondere il suo messaggio».

Cosa indossi quando nuoti?

« Costume, cuffietta, occhialini e una crema protettiva. Solo questo. »

Quando ti trovi in mare e stai nuotando dopo aver iniziato una nuova sfida, pensi che il punto di partenza si stia allontanando o che il punto di arrivo si stia avvicinando?

« A dire il vero quando nuoto non penso a niente. Se pensassi, non solo non mi concentrerei su quello che sto facendo, ma il mio cervello consumerebbe tanta energia. Quello che faccio è concentrarmi sul rumore che producono le mie braccia a contatto con l’acqua, bracciata dopo bracciata…e questo mi porta alla meditazione di cui ti parlavo prima. »

Grazie Neil, un’ultima domanda prima di ritornare ai tuoi allenamenti. Avresti mai immaginato di arrivare dove sei adesso?

« No, assolutamente no. Non era tra i miei progetti. Ma credo che sia successo il processo inverso: il progetto ha scelto me. Il mare mi ha dato la possibilità di ispirare gli altri a prendersi cura del nostro pianeta… sarei un egoista se non lo facessi. »

Un grande in bocca al lupo Neil, saremo con te nella tua prossima impresa.

Neil Agius: intervista esclusiva alla leggenda del nuoto maltese ultima modifica: 2021-06-19T09:00:00+02:00 da Maria Grazia Strano

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Interessante! Grazie!

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