L’accezione festa della donna non mi è mai piaciuta al 100%. Sembra quasi sminuire il significato vero di questo evento, celebrato l’8 marzo di ogni anno per ricordare le conquiste sociali, ma anche politiche ed economiche delle donne.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna dobbiamo anche ricordare gli episodi di discriminazioni e di violenza cui le donne sono ancora soggette in ogni parte del mondo. E non possiamo non riflettere sulle condizioni di lavoro delle donne e sull’infinita lotta alle diseguaglianze tra i due sessi.
C’è ancora tanto da fare
Basti pensare ai continui fatti di cronaca cui giornalmente assistiamo. Tv, radio, giornali trattano troppo spesso di argomenti inerenti il femminicidio, la violenza, episodi di donne sopraffatte da uomini, costrette a subire comportamenti meschini e vili sul luogo di lavoro e tra le mura domestiche.
La festa della donna è dunque necessaria per:
- Celebrare il raggiungimento di una situazione attuale sicuramente migliore di quella dei primi anni del 1900.
- Ricordare alle donne in difficoltà che ci sono tanti centri pronti ad aiutarle, e a proteggerle.
- Far in modo di garantire alle donne di domani un futuro migliore.
In questo articolo ripercorriamo insieme le origini di questa festa, con uno sguardo ottimista a ciò che verrà.
Le origini della Festa della Donna, tra falsi miti e verità
Chi di noi non ha mai sentito la storia delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York?
In base a questa versione dei fatti, la festa della donna fu istituita nel 1908 proprio in memoria delle operaie della fabbrica americana di nome “Cotton” o “Cottons”.
Altre fonti, invece, affermano che essa sia in realtà legata ad un’altra drammatica vicenda: la morte di 129 operaie tessili arse vive in una fabbrica di Chicago. Le donne – sempre nel 1908 – avrebbero occupato la fabbrica durante uno sciopero e morirono per mano del “padrone” che le rinchiuse dentro e appiccò il fuoco.
Beh, parrebbe si tratti solo di leggende nate negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.
E parlando di falsi miti è indispensabile sfatare anche quello legato all’albero di mimosa. Esso non sarebbe, infatti, stato vicino all’una o all’altra fabbrica teatro di queste presunte disgrazie. Molto semplicemente in Italia la scelta ricadde sulla mimosa perché fiorisce nei primi giorni di marzo ed è economica. Poco magica come spiegazione, non trovate?
Dove sta la verità?
La Giornata Internazionale della Donna nacque ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909. Fu proprio in quella data che il Partito Socialista americano organizzò una manifestazione in favore del diritto al voto delle donne. Ma il tema era stato già trattato in precedenza e sempre dal Partito socialista, non solo americano.
Risale infatti al 1907 la II Internazionale socialista, riunione tenuta a Stoccarda e alla quale parteciparono 884 delegati di 25 nazioni. Tra questi, un ruolo di primo piano lo ricoprirono Clara Zetkin e Rosa Luxemburg, appartenenti al partito socialdemocratico tedesco la prima, e ai partiti socialista polacco e comunista tedesco la seconda. L’incontro fu l’occasione per discutere dei temi di un’eventuale guerra europea, del colonialismo, ma anche della questione femminile e del diritto di voto alle donne. Fu perciò da molti considerato la prima Conferenza Internazionale delle donne.
L’anno successivo, precisamente il 3 maggio 1908, durante una conferenza del Partito socialista al Garrick Theater di Chicago, la socialista americana Corinne Brown salì sul palco al posto del conferenziere assente.
E fu lì che accadde quello che fino a pochi anni prima era impensabile:
La donna denunciò lo sfruttamento dei datori di lavoro sulle operaie in merito alla differenza salariale e degli orari di lavoro, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto alle donne. In quel momento venne deciso di organizzare una manifestazione in favore del diritto di voto femminile ogni anno, nell’ultima domenica di febbraio.
Così negli Stati Uniti nacque il «Woman’s Day».
La Festa della Donna nel resto del mondo
Gli Stati Uniti sono dunque stati gli apri-pista verso l’istituzione di una giornata o festa della donna nel 1908. Nel resto del mondo la volontà di celebrare e affermare i diritti delle donne venne fuori qualche anno più tardi.
Tra il 1911 e il 1914 Germania, Austria, Svizzera, Danimarca, Francia, Svezia, ecc. celebrarono così la giornata dedicata alle donne. Bisogna però sottolineare che la ricorrenza non fu ripetuta tutti gli anni e neanche commemorata in tutti i paesi. Inoltre, le celebrazioni furono poi interrotte dall’inizio della Guerra.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel luglio 1914 determinò la cancellazione del congresso della II Internazionale socialista e la conseguente interruzione della celebrazione della Festa della donna.
Solo nel 1917, in Russia, le donne di San Pietroburgo guidarono una manifestazione per rivendicare la fine della guerra e le loro proteste portarono alla fine dell’era dello zarismo. Era l’8 marzo. Quel giorno fu quindi associato all’inizio della rivoluzione russa e restò indelebile nella storia.
La data fu perciò scelta anche in occasione della Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste nel 1921, tenutasi a Mosca. In quell’occasione venne fissata all’8 marzo la “Giornata Internazionale della donna operaia”.
Ma non solo.
Nel 1922 Lenin, con l’aiuto della socialista Clara Zetkin, istituì nel giorno dell’8 marzo la “Giornata Internazionale delle Donne” per ricordare tutte le donne russe che sfidarono lo zarismo nel 1917, contribuendo in modo attivo alle lotte sociali. L’annuncio ebbe una grande risonanza tanto da convincere diversi paesi in varie parti del mondo a celebrare questa ricorrenza.
La Festa della Donna in Italia
Nel nostro Paese la prima celebrazione della Festa della donna risale al 12 marzo 1922 organizzata dal Partito comunista d’Italia. Solo più tardi, l’8 marzo 1945, l’UDI (Unione Donne in Italia – formata da donne del Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) prese l’iniziativa di celebrare la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libere dal fascismo.
E l’anno successivo fece la sua comparsa il suo simbolo: la mimosa. In quegli anni distribuire la mimosa il giorno della festa della donna era considerato un atto coraggioso che andava contro ogni imposizione e discriminazione.
Nata dall’idea di Teresa Mattei, una ex partigiana che si batté per i diritti delle donne, la mimosa fu immediatamente vista come un fiore accessibile a tutti perché poco costoso, facile da trovare nei campi e disponibile alla fine dell’inverno. Nonostante la festa della donna non divenne una festa popolare fin da subito, la tradizione legata alla mimosa ebbe successo e continua ancora oggi.
Celebre la dichiarazione di Mattei:
«Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano».
La data ufficiale della Festa della Donna
Nel 1977 l’ONU mise definitivamente fine a dubbi o incertezze sulla data della ricorrenza.
L’Assemblea chiese a ciascun Paese di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace”) nel rispetto delle proprie tradizioni storiche. Venne, dunque, riconosciuto ufficialmente l’8 marzo come Giornata Internazionale della Donna.
Con il trascorrere degli anni e con l’affermarsi del movimento femminista, questa Giornata è diventata sempre più importante. Considerata momento simbolico della rivendicazione dei diritti delle donne, quali:
- Divorzio
- Legalizzazione dell’aborto
- Contraccezione
- Parità dei sessi
La Festa della Donna a Malta
Anche a Malta, come in molti altri Paesi del mondo, viene celebrata la Giornata Internazionale della Donna e qui gli sforzi da fare sono stati e sono ancora tanti.
La società maltese è ben lontana dall’acquisizione di una parità di genere.
Il divario tra lo stipendio delle donne e quello degli uomini è abissale, alcuni dati lo riportano addirittura quasi alla metà della retribuzione maschile. Le informazioni sono state diffuse dalla Commissione Europea e esprimono la reale situazione del Paese. Il divario di genere nelle isole maltesi è del 45,6%, contro una media europea che si assesta al 39,6%.
Il governo nazionale si sta impegnando a fondo per ridurre la differenza di condizione fra i due sessi. Un primo segnale si è registrato alla fine del 2017, quando il tasso di occupazione femminile è passato dal 33% del 2004 al 50%.
C’è comunque tanto da fare, in una nazione ancora scossa dalla drammatica morte della giornalista Daphne Caruana Galizia. L’evento tragico ha portato alla ribalta non solo le intimidazioni contro i giornalisti ma anche e soprattutto la violenza contro una donna, una madre e una figlia coraggiosa di Malta.
La Festa della Donna al giorno d’oggi
Attualmente il giorno della festa della donna coincide con una giornata tutta al femminile dedicata al divertimento. Molte donne in questo modo esercitano una sorta di esorcizzazione della ricorrenza.
Celebrando i diritti, le libertà e le conquiste finora ottenute divertendosi con le amiche. A Malta di sicuro i locali della movida non mancano. Ma la Festa della Donna non è solo una scusa per organizzare un’uscita, una cena, una ballata in discoteca. Il tema è ancora attuale, e deve portarci a riflettere.
Finché nel mondo ci saranno ancora diseguaglianze tra uomo e donna, allora avrà ancora senso celebrarla.
E quindi, TANTI AUGURI DONNE!