Caravaggio a Malta
La “Decollazione di San Giovanni Battista” e il “San Girolamo scrivente” sono le uniche due opere di Caravaggio ancora presenti a Malta. Si trovano tutt’oggi nella Concattedrale di San Giovanni Battista a la Valletta. Non è facile spiegare da quali sensazioni si è assaliti mentre si ammirano questi capolavori dal vivo. La vita e la morte si scontrano in queste tele come i giochi di chiaro-scuro nei quali Caravaggio era maestro assoluto. In queste due opere, come pure nella maggior parte dei suoi lavori, la morte ha una presenza concreta, la si può quasi toccare. E’ come se per tutta la vita l’artista avesse inseguito la morte per prepararsi ad essa. Ma nella luce accecante brilla la vita, una vita di eccessi, bevuta avidamente fino all’ultima goccia.
Sempre in fuga, braccato, sempre in pericolo di vita
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, sbarcò nell’isola di Malta nel 1607 per sfuggire a una condanna di morte. La pena fu decisa dopo che l’artista ebbe ferito a morte un rivale durante una partita alla palla-corda, una sorta di tennis. I motivi di questo omicidio, che peraltro non fu il primo, non sono ancora del tutto chiari. La fuga a Malta fu un tentativo di Caravaggio per trovare protezione presso l’ordine dei cavalieri di san Giovanni. Il suo soggiorno maltese durò solo per due anni. Ancora una volta la sua indole aggressiva lo portò prima alla prigionia e poi alla fuga.
Il testamento di Caravaggio
Anche senza conoscere la biografia di Caravaggio, le paure, l’irrequietezza e la gioia di vivere escono dai suoi quadri. Colpiscono il pubblico con violenza, togliendo il fiato. Ma quelle conservate a la Valletta sono opere fondamentali, sono in un certo senso il testamento spirituale dell’artista. Avvicinandosi a queste due tele e ascoltando in silenzio, si possono forse ancora sentire gli ultimi respiri di un uomo che ha rivoluzionato l’arte di tutti i tempi.