Mattia Preti: uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana del Seicento

Mattia Preti, pittore calabrese, ha tradotto in pittura  tutto quel mondo di sentimenti ed emozioni in cui trova espressione il senso della vita.

Mattia Preti ed il suo intenso percorso artistico

Il pittore calabrese nacque a Taverna, in provincia di Catanzaro nel 1613, ai margini della scena culturalmente più viva del suo tempo.
Mattia Preti fu il terzo di una numerosa stirpe appartenente al ceto intermedio delle famiglie “onorate”. Famiglie non ricche di possedimenti o beni materiali ma di “qualità morali ed intellettuali”.  Come rilevò nel 1929 Alfonso Frangipane, il più tenace ed assiduo ricercatore di documenti pretiani, ricordando la separazione fra ceti elaborata nel 1605.
La madre, Innocenza Schipani, apparteneva ad una delle quattordici famiglie nobili di Taverna. Una famiglia da tempo insediata nel borgo di San Martino, nella cui chiesa parrocchiale possedeva una cappella gentilizia.  Questa cappella ospitò il battesimo del piccolo Mattia il 26 febbraio 1613, due giorni dopo la nascita. Il suo precettore fu don Marcello Anania, parroco della Chiesa di Santa Barbara di Taverna, che lo istruì “nella grammatica e nelle buone lettere”.
Il  percorso artistico del pittore calabrese ci mostra Mattia Preti prima come uno degli ultimi interpreti del Caravaggismo romano. Poi, attraverso una ‘seconda maniera’ che, nella sua teatralità, mette in evidenza soprattutto l’influenza del Guercino,  lo vediamo trasformarsi in uno dei maggiori esponenti del Barocco. Si tratta della  nuova corrente dell’arte italiana del XVII secolo, periodo la cui evoluzione stilistica inizialmente risente appunto del crudo naturalismo di Caravaggio per poi culminare, nella seconda metà del secolo, nel teatrale rigoglio di Luca Giordano.

Roma e Napoli: città care al pittore calabrese

Nel 1630 Mattia Preti si trasferì a Roma, città in cui visse insieme al fratello Gregorio, anche lui pittore. In questa città conobbe le tecniche del Caravaggio e dei suoi seguaci, da cui fu fortemente influenzato. Rimase a Roma per circa 25 anni. Ma spesso si recò in viaggio per l’Italia e l’Estero, avendo contatti con pittori emiliani tra cui Guercino e Giovanni Lanfranco, i quali influenzarono ulteriormente la sua pittura.
Gli affreschi di San Giovanni Calibita, di San Carlo ai Catinari e di Sant’Andrea della Valle in Roma risalgono a questo periodo.
Dal 1653, Mattia Preti si trasferì a Napoli, città in cui subì l’influenza di un altro grande pittore più giovane, Luca Giordano.
Nella città partenopea il Preti contribuì a dare sviluppo alla  scuola pittorica napoletana. Affrescò le porte della città durante la peste. Oggi, di queste opere, resta solo quella su porta San Gennaro.
Sulla volta di San Pietro a Majella, dipende la Vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria.

Mattia Preti a Malta: una delle testimonianze più straordinarie del suo genio artistico

Nel 1661 Mattia Preti si trasferì a Malta chiamato dal Gran maestro dell’ordine di Malta, Raphael Cotoner.
L’artista fu preceduto dalla sua fama, oltre ad aver acquisito ulteriori credenziali direttamente ‘sul campo’ grazie ad opere come San Giorgio e il drago realizzata a Napoli proprio su commissione del Gran Maestro dell’Ordine. Poi trasferita a Malta.
Sull’isola di Malta, Preti realizzò buona parte della decorazione della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta e la Conversione di San Paolo nella vecchia Cattedrale di San Paolo a Medina per conto dei Cavalieri Ospitalieri.
Nella Concattedrale di San Giovanni , titolo condiviso con la Cattedrale di San Paolo a Medina, Preti ha lasciato una delle testimonianze più straordinarie del suo genio artistico istoriando, con la Vita di San Giovanni Battista, la volta della navata centrale – lunga 53 metri e larga 15 – la cui ricca ed elaborata decorazione, sia pittorica che scultorea, si pone in contrasto con la semplicità architettonica dell’edificio.
La volta, le pareti ed anche il pavimento, ricco di tombe marmoree intarsiate, sono un tripudio di colori e di materiali differenti che rispecchiano gli stili delle epoche vissute da questa chiesa, la cui costruzione risale al 1573.
Diverse altre opere di Mattia Preti sono presenti nella chiesa: dal ritratto del Gran Maestro Nicolas Cottoner, nella sagrestia, alla Conversione di San Paolonella Cappella di Francia, allo Sposalizio mistico di santa Caterina, nella Cappella d’Italia, al già citato San Giorgio e il drago, nella Cappella della Lingua d’Aragona, Catalogna e Navarra, al San Giacomo apostolo, nella Cappella di Castiglia, Leon e Portogallo.
Altre opere di Preti sono inoltre visibili nell’Oratorio, tra cui la Crocefissione e la Incoronazione di spine, a poca distanza dalla Decollazione di San Giovanni Battista di Caravaggio del 1608.
Secondo lo storico dell’arte Antonio Sergi, Mattia Preti avrebbe realizzato a Malta un totale di circa 400 opere tra tele ed affreschi.
Preti  a Malta chiuse i 40 anni di attività. Questo è un punto che lo accomunò a Caravaggio, il quale andò Malta diventando cavaliere. Per seguire il suo modello anche Mattia Preti ottenne il fatto di partire per Malta e di dipingere a Malta. Pur essendo nato nel 1613, appena dopo la morte di Caravaggio, Mattia Preti ha un culto che tiene vivo per tutta la sua attività pittorica.
Inoltre riuscì a realizzare numerose opere nelle chiese della sua città natale, Taverna.
Morì nel 1699 a La Valletta.

Il linguaggio artistico e pittorico di Mattia Preti

Per capire Mattia Preti, non si può prescindere dalla sua tenacia come seguace di Caravaggio.
Egli arriva a Roma dalla Calabria quando Caravaggio è già morto. Siamo agli inizi degli anni ’30. Periodo in cui iniziava ad estinguersi anche la sua fama, il suo mito. Quindi, le sue prime opere sono totalmente caravaggesche. Sono dei pastoni caravaggeschi.
Quando poi, Preti vedrà il Guercino, Guido Reni, autori molto lontani dal Caravaggio, che si volgono più all’ideale che al reale, inizierà a teatralizzare il Caravaggio.
La caratteristica principale del linguaggio artistico e pittorico di Mattia Preti è l’elemento spettacolare.
In un suo viaggio a Venezia, non  ben dichiarato nel tempo, il pittore calabrese vede i capolavori del Veronese e del Tintoretto.  E li miscelerà con il Caravaggio. Quindi riesce a mettere insieme la realtà con il teatro.  Ed arrivare a  creare un teatro alla potenza, con complesse ed articolate composizioni, con molte figure che si muovono su un palcoscenico su cui è messa in scena la vita di Cristo.

Mattia Preti, grande pittore italiano a Malta ultima modifica: 2017-04-10T08:04:46+02:00 da Paola Stranges

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