La magnifica e ormai famosa Fontana dei Tritoni che si trova alle porte di Valletta, arricchisce di ulteriore bellezza l’isola di Malta.
Ho avuto il piacere di incontrare Federico di Feoproject manager dei lavori di restauro della Fontana dei Tritoni. 

Il racconto di Federico De Feo:

La magnifica e ormai famosa Fontana dei Tritoni che si trova alle porte di Valletta, arricchisce di ulteriore bellezza l’isola di Malta.
Ho avuto il piacere di incontrare Federico De Feoproject manager dei lavori di restauro della Fontana dei Tritoni.

Il racconto di Federico De Feo:

“Il restauro è stata una bella sfida. La De Feo Restauri ha iniziato i lavori il 2 febbraio 2017 ed il 30 ottobre la fontana era pronta ad essere inaugurata. In 9 mesi è stato portato a termine un progetto per il quale ne erano previsti 24.
Non è stato affatto facile riuscire a coordinare tutti gli attori coinvolti nel progetto. Differenze culturali, la barriera della lingua, le legislazioni differenti.
Abbiamo affrontato anche  sfide tecniche nel restauro: sfide che abbiamo vinto non senza sforzo grazie alla competenza e alla professionalità dei nostri tecnici altamente specializzati e alla attenta direzione del team direttivo della De Feo Restauri composta da mio padre il Dottor Antonio De Feo, mio fratello Ing. Arch. Luca De Feo e dal sottoscritto. Purtroppo è stato dato risalto solo ad una parte di questo complesso progetto, che è il restauro del gruppo scultoreo e che, invece, rappresenta solo la punta dell’iceberg. C’è un mondo dietro a quest’opera di restauro, riqualificazione e valorizzazione che purtroppo in pochi conoscono. Io in quanto leader e project manager del progetto mi sento in dovere di rappresentare questo mondo altrimenti mi comporterei come “un padre con vari figli che predilige e da valore solo al primogenito lasciando gli altri nell’ombra”.

fontana dei tritoni

Abbiamo rivolto qualche domanda specifica a Federico De Feo:

Di che materiale sono fatte le sculture e qual era lo stato del loro degrado prima del restauro?

Il gruppo scultoreo è in lega Rame/Zinco/Stagno, pertanto sarebbe corretto parlare di ottoni.
Il Monumentale basamento della Fontana è invece in nobile Travertino Romano proveniente dalle cave di Tivoli. Infine il pavimento decorato dalle due fasce colorate che circonda la fontana è in cemento di elevatissima qualità eseguito con una tecnica molto in uso qui a Malta fino a qualche anno fa chiamata “mosaico” (questo pavimento è a mio giudizio una parte fondamentale della fontana e dell’intera piazza in quanto rappresenta, integrandosi perfettamente l’unica nota di colore della stessa, oltre ovviamente ai Tritoni); Come detto il cemento utilizzato è di ottima fattura composto da un resistentissimo impasto di cemento bianco r52, polvere di marmo e inerte di pietra locale frantumata.

fontana dei Tritoni
La Fontana dei Tritoni prima del restauro

Le tipologie di degrado erano di varia natura. Il travertino, seppur “giovane” era estremamente degradato e danneggiato: due erano le tipologie di degrado esistenti, una di carattere chimico, stiamo parlando di croste nere (deposito nero coerente di spessore importante causato da agenti inquinanti nell’aria), patine biologiche, colature calcaree e efflorescenze saline, e uno di carattere meccanico, numerossisime fratture e microfratture, esfoliazioni, parti mancanti, ecc. Probabilmente la peggior (e quindi la più complessa da eliminare) tipologia di degrado era una patina arancione che ricopriva l’intera superficie in pietra; le vecchie tubature erano in metallo e al loro interno, con il passaggio dell’acqua erano soggette a corrosione, pertanto particelle di metallo venivano trasportate dell’acqua sulla superficie in travertino; con gli anni il travertino, materiale estremamente poroso, ha assorbito gran parte del metallo presente nell’acqua e a causa dei fenomeni di ossidazione il candido travertino è diventato arancione. Rimuovere tale patina è stata una vera sfida dal momento che dovevamo rimuovere le particelle di metallo assorbite in profondità dal travertino evitando di intaccarne la superficie. Ciò è stato possibile grazie alla professionalità dei nostri tecnici che dopo numerose analisi di laboratorio, studi, prove e tentativi falliti sono riusciti a trovare una formula in grado di raggiungere lo scopo sperato.

Credete che questo degrado sia stato dovuto anche al clima di Malta e alla vicinanza del mare?

Le principali cause di degrado sono tre: una è proprio la vicinanza al mare in concomitanza con i forti venti che caratterizzano il clima maltese (in termini tecnici si parla di aerosol marino ossia i venti trasportano la salsedine del mare causando degrado e di carattere chimico e di carattere meccanico sul travertino ed ancor di più sul metallo); la seconda causa è come già accennato la presenza di particelle di metallo nell’acqua che ossidando danneggiano i materiali con cui entrano in contatto; la terza è il fatto che prima la piazza intorno alla fontana fungeva da capolinea degli autobus, pertanto era continuamente soggetta all’azione di agenti inquinanti causati dall’emissione di CO2  e dai fumi di combustione del carburante degli autobus.

Avete effettuato delle ricerche storiche e delle analisi di laboratorio prima di iniziare la fase operativa del restauro?

Personalmente prima di iniziare qualunque progetto, grande o piccolo che sia, ho l’abitudine (e questo perché mio padre Antonio De Feo che è stato ed è il mio mentore, mi ha letteralmente assillato al riguardo) di studiare la storia del monumento su cui andiamo a mettere mano. Per quanto possibile penso che sia una “conditio sine qua non” conoscere la storia, le modalità costruttive, i materiali utilizzati e la loro provenienza, cosi come tutte le vicissitudini e i restauri che in passato hanno riguardato il monumento. Senza tali informazioni non penso sia possibile eseguire un lavoro a regola d’arte. In questo caso specifico, a tal riguardo devo dire che abbiamo avuto un ottimo supporto da parte del nostro committente che ci ha fornito numerose informazioni storiche inerenti la fontana. Dopo la fase di studio c’è sempre la fase diagnostica: per far ciò noi di De Feo Restauri ci avvaliamo di personale interno altamente specializzato e di numerosi macchinari all’avanguardia nel settore della diagnostica del restauro. Inoltre la De Feo Restauri ha partnership scientifiche privilegiate con alcuni tra i più importanti enti di ricerca a livello mondiale. Nel caso della fontana ci siamo serviti della collaborazione dell’ENEA Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (altra eccellenza italiana che ha collaborato al progetto).

Restaurare un manufatto deve dare grandi soddisfazioni, soprattutto se così importante. Cosa provate ora nel vederla ricollocata dopo il lavoro di conservazione?

Questa è senz’altro la parte più bella di questo lavoro… Una sensazione indescrivibile… Poi devo dire che io sono particolarmente sentimentale: mi affeziono ai progetti, mi ci immergo totalmente, do tutto me stesso per far si che il progetto venga concluso nel migliore dei modi e quando alla fine vedo il risultato provo un misto di estasi e tristezza: estasi perché hai ridato vita a qualcosa che prima era sulla via del tramonto, tristezza perché finisce un progetto a cui hai dedicato una parte della tua vita… In fondo sono come dei figli: li accudisci, li coccoli, li aiuti, li proteggi e poi quando sono pronti ad affrontare il modo li lasci andare. Poi torni a casa e un senso di orgoglio e fierezza prende il sopravvento: ho ridato valore e restituito al suo popolo un bene di enorme valore artistico…Indescrivibile

Molte ditte o istituzioni italiane (ad esempio l’Istituto Centrale del Restauro) sono intervenuti negli anni per aiutare a conservare il patrimonio storico e artistico maltese. Si può dire che in una certa misura l’Italia abbia contribuito a salvare l’identità culturale dell’isola?

Assolutamente si! Seppur non direttamente Malta ha sempre subito una grande influenza italiana (vuoi anche solo per la vicinanza). Prendiamo ad esempio la Fontana. in questa Fontana c’è tantissima Italia: innanzi tutto i due ideatori della fontana l’artista Vincent Apap e l’architetto Anastasi erano due amanti e assidui frequentatori dell’Italia. Inoltre, l’artista Vincent Apap nell’ideare la fontana si è ispirato alla Fontana delle Naiadi di piazza della Repubblica a Roma; e poi da non sottovalutare che i lavori elettrici meccanici e di costruzione, compresa la fornitura e il trasporto del travertino sono stati eseguiti da una società Italiana e il gruppo scultoreo è stato eseguito dalla famosa Fonderia Artistica Laganà di Napoli.
I lavori di restauro appena conclusi sono stati eseguiti da una Joint Venture composta da tre imprese italiane:
De Feo Restauri di Roma, impresa di eccellenza italiana specializzata nel restauro di monumenti e opere d’arte, come capogruppo ci siamo occupati del Restauro delle superfici in travertino, delle vasche, del pavimento esterno e di tutti gli ambienti interni della fontana; oltre a ciò ci siamo occupati del coordinamento, dell’organizzazione  e della gestione operativa dell’intero progetto dalla fase iniziale di progettazione fino alla consegna dell’opera finita e questo l’ho fatto io personalmente con la preziosa collaborazione di mio fratello l’Ing. Arch. Luca De Feo.
La Fonderia Marinelli per il restauro del gruppo scultoreo in metallo.
La COGE Impianti di Gela che si è occupata della parte impiantistica (impianti idrici, elettrici, meccanici, automazione, illuminotecnica e trattamento acqua).

Ci tengo a sottolineare però che, nonostante sia un’opera quasi esclusivamente italiana, ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di imprese locali che hanno dimostrato estrema professionalità e senza le quali probabilmente non avremmo raggiunto i risultati ottenuti: sto parlando di QPM ltd per la parte progettuale, di Resolve Consulting quali responsabili per la sicurezza e Barbros ltd per l’esecuzione di parte delle opere civili.

I numeri della Fontana dei Tritoni

  • circa 1000mq di superfici in travertino scientificamente restaurate, trattate e protette
  • circa 150 mq di superfici in cemento restaurate (ebbene si anche sul cemento si effettua il restauro e credimi se ti dico che è uno dei più complessi)
  • oltre 40 tonnellate di travertino rimosso, restaritoniurato e riposizionato nel luogo di origine
  • oltre 400 mq la superficie cementizia risanata delle vasche della fontana
  • circa 200 mq di ambienti interni alla fontana risanati
  • costruzione di nuove strutture interrate per una superficie totale di circa 500 mq
  • Oltre 500 metri lineari di tubature per l’acqua
  • migliaia di metri lineari di cavi elettrici
  • oltre 90 lampade led altamente tecnologiche costruite “su misura” appositamente per l’utilizzo in questa fontana
  • circa 200 metri lineari di strisce illuminanti led
  • tre filtri per il trattamento dell’acqua
  • 2 serbatoi per il backwash da 10.000 litri l’uno
  • un sofisticato impianto di automazione di tutto l’impianto elettrico e meccanico che permette il totale controllo della fontana da remoto (dalla Sicilia si può accendere e spegnere la fontana, cambiare colore alle luci e cosi via)
  • un sofisticato impianto di rilevazione incendi e un impianto antiintrusione di ultima generazione

Ancora una volta Malta ha affidato dall’esperienza e alla maestria degli Italiani un opera monumentale del patrimonio artistico maltese.

Credits De Feo restauri

Tutta la verità sulla Fontana dei Tritoni ultima modifica: 2018-02-01T09:30:13+01:00 da Paola Stranges

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