Miriam è una giovane ragazza che è approdata a Malta a causa della perdita del lavoro in Italia, qui da nove mesi, lavora come receptionist all’ETI, una scuola di inglese dove ha l’opportunità di conoscere molte persone. Miriam inizialmente è forse un po’intimorita dall’intervista, man mano che proseguiamo però si lascia andare, esce il sorriso e con quest’ultimo se stessa, scopriamo così molto della sua storia personale, di cosa l’ha portata a Malta, di cosa le manca e di quello che ha trovato. L’impressione che ne ricavo è che Miriam si sente abbandonata dal suo paese d’origine, amareggiata si definisce, ascoltiamo le sue parole per capire meglio.

Mi sono trasferita principalmente perché ho perso il mio lavoro in Italia, non riuscivo a trovare altri sbocchi o altre possibilità. Qua è abbastanza facile riuscire a trovare lavoro, per lo meno è un ambiente che si muove, si sente un fermento, si possono fare diversi colloqui di lavoro, senti che ti viene data la possibilità di mettere in pratica le esperienze, gli studi, tutto. Più vado avanti con l’età, sebbene sia molto giovane (sorriso), mi sento sempre più legata all’Italia, mi piace senza dubbio stare in qualunque paese estero ma adesso sento maggiormente il legame. Il mio più grande successo è che penso di essere riuscita in breve tempo a ricominciare, praticamente a fare una nuova vita, la casa, il lavoro, una nuova vita sociale, tutto velocemente.

I miei più bei ricordi sono sempre legati a persone che sono state qui e che ho conosciuto, specialmente lavorando a scuola. Alcune settimane ci sono delle persone con cui si riesce a socializzare, a diventare amici, ad uscire, belle esperienze che condivido con gli altri.

Il mio rapporto con gli altri sull’isola è buono, italiani ma anche molti altri europei, non conosco molti connazionali sebbene ce ne siano tanti qui, non ho nessuna amicizia stretta, i rapporti sono comunque buoni, rafforzati dal fatto che siamo stranieri all’estero, non appartenendo al 100% alla cultura del posto, anche se ti riesci ad adattare facilmente e velocemente senti sempre che qualcosa manca con gli altri. [pullquote]La cosa che apprezzo di questa nuova vita all’estero è che riesci a godere dei frutti di quello che fai, riesci a costruire qualcosa, in contrapposizione alla situazione precedente in Italia, dove fai e fai ma non raggiungi mai niente, qui in breve ho trovato un bel lavoro con soddisfazioni quotidiane[/pullquote]

Sono venuta la prima volta a Malta 3 anni fa in vacanza, probabilmente ho più emozioni legate a quell’esperienza che a questa attuale, quando mi sono trasferita. Mi è piaciuta subito, avendo studiato arabo per me Malta è una via di mezzo tra l’Italia ed i paesi arabi, trovare tutto questo concentrato mi ha emozionato, proprio nel mezzo dei due miei ambienti preferiti. Qui ho imparato ad essere paziente. Io sinceramente ero più contenta prima, avevo una situazione perfetta in Italia, quindi per come vivevo e lavoravo prima ero tra il nove ed il dieci, dopo aver perso il lavoro ero bassissima, su un cinque, qui adesso mi ritrovo tra l’insufficienza ed il massimo, direi che sono ancora su un 7. Per me casa è sicuramente la famiglia, le abitudini. [pullquote]Dell’Italia mi manca il sentirmi parte di un posto. Sebbene sia un’isola molto piccola, Malta presenta delle problematiche di trasporto pubblico, se uno volesse fare quello che offre a livello di intrattenimento, magari andare a teatro o partecipare a delle iniziative la domenica, per me, non avendo l’auto è molto difficile prenderne parte, non riesco in questo modo a fare tutto quello che vorrei[/pullquote]

In contrapposizione a questo, a casa, in Italia, essendo del posto, so meglio come farlo, come muovermi, disponendo delle risorse materiali è tutto più facile. Qui mi manca un po’ il muovermi in autonomia, il riuscire ad arrivare fisicamente in un altro posto dell’isola.
A volte penso che forse avrei dovuto abitare in un’altra zona, St.Julian’s è una area turistica, piena di italiani, in questo modo non riesco bene a sentire bene la cultura maltese, capire le persone come sono, se fossi andata più al sud o in altre zone forse mi sarei integrata meglio in tutto. Mi sento italiana e se devo dare un voto è 8. Ora che sono così amareggiata do un voto molto basso all’Italia degli ultimi anni, per me, per quello che è mi è successo 4/5, purtroppo. Io non ho tanta esperienza però vorrei dire agli italiani di muoversi, non necessariamente di emigrare, di darsi da fare anche se è una lotta contro i mulini a vento, c’è da fare qualcosa per smuovere la situazione.
[pullquote]C’è qualcosa che non abbiamo, che ci è tolto, che non possiamo sfruttare, io penso che noi cittadini non possiamo fare realmente qualcosa, difficile che venga dal basso il cambiamento, ce ne vorranno di anni, però se continuiamo a subire tutti questi problemi con la mentalità di resistere ad oltranza. Dalle mie parti si dice abbiamo la casa e tiriamo avanti, mi sa che si potrà andare avanti ancora per poco con questa mentalità[/pullquote]

Lavorando qui all’ETI noi abbiamo gente che viene da aziende che devono investire per fare imparare l’inglese ai propri dipendenti, gente che ha una buona posizione in Italia, delle belle realtà, raramente mi capita di parlare dell’Italia e delle situazioni lavorative lì.
A Malta hanno bisogno di lavoratori, qui ci sono molte attività, capisco che in Italia con la crisi non avendo necessità di persone da assumere si reclutano solo alcuni, qui, essendoci una domanda più ampia, si ha la possibilità di mettersi in competizione con altri, di far valere quello che si ha studiato o quello che si da fare, qui mi sembra più equo, o comunque come dovrebbe essere.

Miriam Acquaroli ultima modifica: 2016-05-21T19:53:04+02:00 da Gerardo Ferlaino
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